Negli ultimi anni, i problemi di cambiamento climatico e di riscaldamento globale, hanno imposto l’attuazione di strategie, a livello globale e locale, che fortemente impattano sul settore dell’energia ed in particolare sul settore dei sistemi elettrici per l’energia.
Gli obiettivi di decarbonizzazione e di riduzione di emissione di gas serra per il prossimo futuro, impongono:
• la promozione dello sviluppo della produzione di energia da Fonti Energetiche Rinnovabili (FER), in particolare quelle non programmabili, ossia prevalentemente da fonte eolica e da fonte solare;
• l’elettrificazione di molti dei consumi finali dell’energia, in particolare nel settore trasporti, con l’introduzione massiccia di veicoli elettrici per la mobilità individuale privata e l’incremento della consistenza dei sistemi di trasporto elettrico pubblico di massa.
Si ricorda che su scala nazionale, per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e di riduzione di emissione di gas serra al 2030 fissati dall’Unione Europea (UE), nel 2020 il Ministero dello Sviluppo Economico italiano ha pubblicato il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), fissando obiettivi in vari settori: produzione di energia, industria, trasporti, ecc. A titolo esemplifcativo, uno degli obiettivi PNIEC è che il 55% della domanda elettrica venga prodotta da FER nel 2030. In aggiunta il Piano Nazionale di Recupero e Resilienza (PNRR), pubblicato a Maggio 2021, stabilisce che circa 6 miliardi di Euro potranno essere impiegati per aumentare la quota della produzione italiana da FER, con l’intento di rispettare gli obiettivi imposti nel PNIEC.
L’elettrificazione di molti consumi finali, la diffusione massiccia di veicoli elettrici con relative infrastrutture di ricarica ed alimentazione, gli scenari evolutivi del parco di generazione con la massiccia penetrazione di impianti a FER non programmabili, impongono un ruolo ancora più centrale al sistema elettrico nel settore più ampio dell’utilizzo e della produzione dell’energia. Al contempo, la transizione energetica in atto su scala nazionale ed internazionale richiede una rivisitazione dei paradigmi che stanno alla base dei processi di pianificazione e gestione degli stessi sistemi elettrici per l’energia. In particolare, le aleatorietà associate ai consumi ed alla produzione in tali forme, rendono stringente la necessità di una maggiore flessibilizzazione del sistema elettrico al loro servizio. Tale prerogativa è conseguibile attraverso l’implementazione di nuove tecniche e l’integrazione di tecnologie di ultima generazione.
I sistemi di accumulo di energia possono rappresentare una delle tecnologie che, abbinate ad opportune tecniche di automazione e controllo, possono abilitare il sistema elettrico, nel suo complesso, nella attuazione di tale processo di transizione, rendendolo più flessibile, agevolandone l’implementazione in termini di tempi e costi. Molti studi e ricerche sono in corso sulla maggiore e migliore integrazione di tecnologie di accumulo di energia, con prestazioni e costi differenti.
Secondo quanto riporta lo scenario FF55, il sistema elettrico italiano richiede una capacità di accumulo aggiuntiva rispetto a quella esistente pari a circa 95 GWh entro il 2030, per garantire adeguatezza, sicurezza e flessibilità del sistema. In tale panorama si colloca la tecnologia italiana MGTES (Magaldi Thermal Energy Storage), sviluppata dalla azienda Magaldi ed oggetto di attività di ricerca e sviluppo nel settore dell’energia, congiunte con il Dipartimento di Ingegneria Elettrica ed Energetica dell’Università di Roma Sapienza. Battezzato come “batteria a sabbia”, il sistema di accumulo MGTES ofre prerogative uniche, che lo rendono potenzialmente competitivo nell’integrazione e nei servizi verso un sistema elettrico fessibile ed evoluto nella direzione della decarbonizzazione e del basso impatto ambientale. Il principio di funzionamento è elementare: attraverso l’MGTES, l’energia in input può essere immagazzinata sotto forma di calore sensibile in un letto fluido di sabbia, racchiuso in un contenitore metallico isolato, chiamato modulo. Un modulo tipico contiene 500 tonnellate di particelle solide e può immagazzinare diverse quantità di energia termica (20-80 MWh), in base alla temperatura del letto fluido (fino a 1000°C). È possibile utilizzare più moduli insieme per aumentare la capacità di accumulo termico e la potenza di ingresso/uscita, a seconda delle esigenze di ciascuna applicazione.