Un sistema fotovoltaico che si può installare senza bisogno di tecnici in giardino o sul balcone per produrre elettricità in autonomia. Ci stanno provando diverse startup, dall’Austria alla Francia fino all’Olanda, ma anche in Italia sono nate tecnologie in grado di cambiare la corsa verso il solare.
La startup austriaca Eet ha realizzato il pannello LightMade con una resa di circa 425 Kwh, quasi un sesto del consumo annuale medio di una famiglia di tre persone. In Francia, invece, è stato inaugurato il tetto fotovoltaico organico (che sostituisce il silicio cristallino con polimeri e altri componenti fotoattivi) più grande al mondo, su una scuola media a La Rochelle in grado di coprire circa il 15% del fabbisogno. A produrlo la tedesca Heliatek. Si tratta di una sottile pellicola solare (HeliaSol) che viene incollata sulle superfici e collegata ai cablaggi preconfigurati per trasformare facciate e tetti in fabbriche di energia pulita.
Le finestre fotovoltaiche italiane
In Italia Glass to Power, quotata su Euronext Parigi pochi giorni fa e nata come spin-off dell’Università Bicocca di Milano, realizza moduli in vetro isolante fotovoltaico che possono essere montati in serie. «Questi vetri — commenta Emilio Sassone Corsi, fondatore e ad dell’azienda —, possono essere installati su qualsiasi tipo di finestra, ma danno il meglio su facciate in vetro continuo perché generano maggiore energia». Con la luce del sole le nano particelle nel pannello di plexiglass interno alla vetrocamera trasformano la luce visibile in infrarossa: questa si muove verso le piccole celle fotovoltaiche invisibili sui bordi del vetro che le convertono in energia. La resa è di 20/30 watt per metro quadro, circa un ottavo di quella di un classico pannello solare, che aumenteranno con nuove release della tecnologia.
Verso la transizione
«Dobbiamo sfruttare soluzioni innovative, come le piattaforme galleggianti fotovoltaiche ed eoliche, a diverse miglia dalla costa. Solo a quel punto potremo parlare di transizione, e solo così avrà senso comprarsi un’auto elettrica», ha detto il Ministro per la Transizione energetica Roberto Cingolani . Per rispettare gli obiettivi fissati dall’accordo di Parigi bisognerebbe passare rapidamente a sole, vento e batterie. Questo ci farebbe risparmiare migliaia di miliardi di euro e limiterebbe l’impatto dei rincari dei combustibili fossili. Le istallazioni degli impianti, però, dovrebbero essere massive, come accade, per esempio, in Olanda, paese che utilizza tecnologie come quella di Solar Duck, che realizza piattaforme fotovoltaiche offshore.
Superare l’intermittenza dell’energia pulita
Uno dei problemi della clean energy è, come noto, l’intermittenza delle fonti. L’energia solare ed eolica dipendono dalle condizioni meteorologiche. Oggi questo deficit è ancora compensato ricorrendo alla produzione di energia da fonti fossili. Ma, tornando nel nostro Paese, sono state sviluppate tecnologie completamente made in Italy come quella di Magaldi Green Energy, che offrono le prime soluzioni al problema: un sistema di stoccaggio che consente di utilizzare energia pulita on demand, in assenza di sole e vento. Si tratta di una tecnologia di accumulo basata su un letto di sabbia fluidizzato anche detto batteria di sabbia. Può essere caricato con energia elettrica e termica in eccesso riuscendo a immagazzinarne per un intervallo compreso tra le 4 ore fino a settimane, con perdite molto limitate, per poi scaricarla quando il sole e il vento non sono disponibili.
La situazione in Italia
L’Italia è a buon punto rispetto ad altri paesi europei, ma indietro rispetto agli obiettivi di Parigi. Secondo il Gestore dei servizi energetici, nel settore elettrico, il 37% dei consumi italiani nel 2020 è stato soddisfatto da fonti rinnovabili. «Fino a oggi in Italia sono installati circa 32 gigawatt tra solare ed eolico — dice Diego Biasi, ceo di Quercus real assets, fondo d’investimento in energie rinnovabili —. L’obiettivo è arrivare entro il 2030 a raddoppiare quanto fatto negli ultimi 15 anni. Serve un cambio di marcia che cominci dal ridurre la burocrazia». Dati pubblicati da Terna stimano che siano decine i progetti legati al fotovoltaico e all’eolico ancora «in lista d’attesa»; interventi che condurrebbero il Paese a una transizione energetica completa. «I paesi si sono dati target al 2030-2050 ambiziosi, irraggiungibili con l’attuale contesto legislativo, per questo alcuni governi stanno cercando di rendere più efficienti i processi organizzativi e realizzare velocemente nuove infrastrutture per raggiungere gli obiettivi», conclude Biasi.
Sostiene il rapporto The sky’s the limit di Carbon Tracker 2021 che la quantità di luce solare che colpisce la superficie terrestre in un’ora basterebbe a coprire il fabbisogno mondiale di energia per un anno. Inoltre, il costo degli impianti per le rinnovabili si sta progressivamente abbassando. Nel frattempo, si moltiplicano le sperimentazioni di tecnologie per la transizione che cercano di mitigare l’impatto delle risorse fossili: dal carbon capture alla piantumazione di alberi per compensare il dispendio energetico e l’emissione di CO2. Quando sarebbe sufficiente appellarsi al sole che ci illumina ogni giorno.